Hellenes. La fase Archidamica. Parte 1 (di 2)

Ateniese: Alex Isabelle
Spartana: Laura Beltrami

È il 431 AC e gli spartani rompono gli indugi: senza pensarci due volte raccolgono le loro truppe da Corinto e assediano Platea. È l'inizio delle Guerre del Peloponneso. Le loro truppe, che i racconti popolari vogliono essere numerosissime, non intimoriscono gli ateniesi, che messo insieme un dream team variegato e molto incazzato procedono ad ingaggiare l'esercito assediante. Lo scontro che ne deriva è la prima battaglia delle Guerre del Peloponneso: una rissa senza esclusione di colpi che si conclude con un testa a testa delle falangi oplitiche delle due città. Gli spartani, impreparati ad una simile aggressività, scappano, abbandonando il campo di battaglia e riorganizzandosi più a sud, nei territori adiacenti Corinto.

In verità la guerra era già cominciata ben più a nord, a Potidea, città tributaria ribelle al potere ateniese, dove delle truppe spartane si erano asserragliate sperando in rinforzi da sud. Rinforzi ne sono arrivati, ma non della fazione sperata: un grosso contingente di navi dell'Attica si è infatti unito agli assedianti ateniesi. Dopo essersi visti affamati per varie stagioni, ai primi giorni di inverno essi sono stati sgominati dagli assalitori, che hanno quindi ripristinato la loro autorità sulla provincia ribelle, proprio mentre anche la vicina città di Torone si univa alla ribellione. Le tante truppe responsabili della liberazione di Potidea sono quindi divenute "la flotta dell'Attica", un corpo specializzato nella repressione delle rivolte, e hanno cominciato a veleggiare tra la Calcide e la Ionia mettendo a tacere i pensatori a favore della guida spartana, ottenendo grandi successi ma commettendo atrocità, opportunamente gonfiate a regola d'arte dalla propaganda Spartana, che han comunque fatto perdere prestigio alla causa ateniese.

Lo scontro si è spostato verso il centro della mappa: nel corso dei due anni successivi Lepanto è stata assaltata in forze da truppe spartane provenienti dall'Etolia, e conquistata, mentre i villaggi attorno a Platea, lasciati senza guarnigione per via di riassestamenti del fronte marittimo ateniese, sono stati saccheggiati. L'isola di Zacinto, dopo un'incredibile e lunga difesa da parte della minuscola guarnigione locale che ha ridicolizzato la flotta spartana così duramente da attirarle addosso lo scherno di tutta la Grecia, è stata conquistata. Atene ha infine rischiato di crollare definitivamente nel momento in cui un manipolo di truppe provenienti da Tebe, risalite la Beozia, l'Etolia e la Tessaglia hanno raccolto rinforzi dalla barbara Macedonia, e hanno assaltato Anfipoli, centro molto importante sulla costa della Tracia.

Era il 428 e la guerra non sarebbe potuta durare un anno di più, in queste condizioni. Atene, tuttavia, è riuscita nuovamente a ristabilizzare completamente la partita. Sfruttando il ritiro dei barbari Macedoni e sfidando l'ira di Poseidone, a cui erano fortunatamente stati fatti opportuni sacrifici negli anni precedenti, la già citata flotta dell'Attica è intervenuta in gran carriera, partendo dalle coste di Efeso e attaccando Anfipoli. I pochi difensori spartani, lasciati soli dai Macedoni, sono stati schiacciati, e l'ordine è stato ristabilito. Al contempo, un numero minore e variegato di truppe provenienti dalla Grecia continentale, fedeli ad Atene, ha preso il controllo della Focide, di Eraclea, Ambracia e Leuca - quest'ultima era coinvolta in una guerra civile e non ha opposto resistenza alle truppe ateniesi. Città poco influenti sul panorama politico greco, ma molto numerose.

Dopo una controffensiva da parte di barbari Illiri e Epiri la lega di Sparta non è riuscita a riprendere il controllo di Ambracia ed a conquistare Epidamnio, difesa da un gran numero di navigatori ben organizzati. È invece caduta Nasso, ora occupata da una coraggiosa flotta spartana.

Siamo quindi al 427 AC, e alla resa dei conti di inizio anno, in conseguenza delle gravi batoste militari spartane e della controffensiva ateniese, lo scacchiere si è ribilanciato, e il futuro della guerra è ancora tutto da scrivere.

(la seconda parte arriva tra qualche giorno)

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