Twilight Struggle. La crisi centramericana
Americana: Laura Beltrami
Sovietico: Alex Isabelle
Ci trovavamo a campeggiare presso la Cascata delle Marmore, un posto idilliaco se non fosse che, quel giorno, ha ben pensato di venir giù un acquazzone infernale che ci ha reclusi in tenda per tutto il giorno. Sarebbe stata terribile se non fosse che avevamo con noi Twilight Struggle. S'è quindi pensato di rivedere la storia della guerra fredda.
La partita ha inizio con un primo scontro di potere in Europa e in Medio Oriente. Il gioco politico vede inizialmente gli Stati Uniti rispondere alla crisi economica in Europa con il Piano Marshall, che spalanca le porte ad una pioggia di influenza americana nel vecchio continente, e permette poi agli americani di istituire la NATO. Il blocco di Berlino non impedisce in alcun modo agli americani di portare avanti i loro progetti. Essi vengono tuttavia rallentati dall'arrivo di Charles de Gaulle alla guida della Francia. Col suo arrivo quest'ultima, già contesa tra le due superpotenze, propende definitivamente per una guida di stampo socialista. Alla fine di questa prima fase l'Europa è tendenzialmente allineata con l'america, ma tre dei suoi cinque stati principali hanno una guida socialista. Di conseguenza essa rimane contesa.
Lo stesso accade nel Medio Oriente, dove Israele abbandona la guida americana e diventa neutrale. L'Iraq e la Siria accettano i fondi e l'influenza sovietici, ma subito dopo l'Iran prende una piega liberale, che l'allinea agli Stati Uniti. L'arrivo di Nasser, in Egitto, è tardivo, e di conseguenza anche quest'area rimane sostanzialmente contesa.
Lo scenario che sbilancia rapidamente la partita è invece l'Asia: qui, inizialmente, la Guerra di Corea si risolve in un nulla di fatto. Viene firmata la Risoluzione di Formosa, e il Giappone avvia dei patti con gli Stati Uniti che li trasformano, essenzialmente, in una loro pedina. Sembra si vada delineando un vantaggio americano, ma nel giro di pochi anni accade l'impensabile: molte colonie europee nel Sud-Est Asiatico divengono indipendenti, e si allineano verso l'asse sovietico. Subito dopo scende in campo la Cina, con i suoi importanti mezzi d'influenza politica: così, la Corea del Sud abbraccia idee di sinistra, e al contempo l'India si scopre essere un paese socialista. Nasando il pericolo, gli Stati Uniti estendono la loro influenza sul Pakistan, ma questo non basta a ribilanciare questo scacchiere, che pende con decisione verso i soviet.
Questo non interrompe la rilevanza di questo scenario, di cui nel turno successivo viene nuovamente calcolato il punteggio. La vittoria russa non è lontana: tornano a contare qualcosa anche l'Europa, ancora contesa, e il Medio Oriente, dove però stavolta l'influenza sovietica è ben più radicata. Gli Stati Uniti tentano di sviluppare il loro potere in Africa, ignorando quanto accade in Centro America: Fidel Castro prende il controllo di Cuba, e un colpo di stato (uno dei pochissimi, in questa partita) rovescia il governo di Panama, portandolo sotto l'ala socialista. Immediatamente anche in Costa Rica il partito comunista prende il potere; questo accade pacificamente, mentre comincia la crisi dei missili di Cuba. Il potere statunitense, in questi stati appena a sud del proprio confine, è azzerato, e a nulla serve il timido tentativo di una corsa allo spazio, con cui l'America effettivamente lancia per aria il primo satellite terrestre. Tutti i popoli della Terra infatti riconoscono ormai la supremazia del metodo e della dottrina socialista, e crolla quindi l'impero americano.
La nuova potenza mondiale, al termine del quarto turno di gioco, è quindi l'Unione Sovietica.
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