Root. Progresso e onore


Marchesa de Cat: Laura Beltrami
Dinasie della Nidiata: Alex Isabelle

Tira una brutta aria nella foresta di Root. La Marchesa de Cat è giunta in gran forze, con il suo esercito di felini. Ha provvedo ad occupare la foresta, per poi lanciare un piano di industrializzazione forzata che prevede di costruire una gran quantità di segherie e officine in cui mettere a lavorare i conigli, i topi, le volpi e gli uccelli che popolano la foresta. Al contempo, tuttavia, prevede anche di produrre centri di addestramento dove poter reclutare i migliori di questi tra le proprie fila: l'occupazione di Root non si annuncia, infatti, tranquilla.

In una radura sul versante opposto rispetto a quella dove i gatti hanno posto il loro centro operativo, vedendo opportunità in questo periodo di tumulto, è infatti giunto un dispaccio militare capitanato da un picchio. Quest'ultimo è un'esponente delle Dinastie della Nidiata, un insieme di famiglie aristocratiche aviarie che un tempo controllava la foresta, e che dopo aver visto progressivamente spegnersi la propria autorità vede questa come l'occasione per ritornare al potere.

La Marchesa de Cat si chiede che fare

Teoricamente ci dovrebbero essere altre due fazioni in gioco: l'alleanza degli abitanti della foresta che si vorrebbe autogovernare, cercando quindi di ottenere il potere attraverso atti di terrorismo, e un vagabondo solitario (un procione, un lupo o un castoro) che dovrebbe fare il bello e il cattivo tempo cercando l'occasione giusta per emergere come eroe incontrastato della regione, divenendone quindi la nuova guida. Tuttavia abbiamo ricevuto un pacco colossale che ci ha lasciati solamente in due attorno al tavolo. Dato che il gioco era stato apparecchiato e, sopratutto, faticosamente studiato nel corso di un paio di nottate, si è pensato di provare a fare una partita uno contro uno. Niente terroristi e vagabondi eversivi, dunque, in questa partita, ma solo una lotta tra corone: una votata al progresso, l'altra all'onore.

Lo scontro non è stato subito frontale: i gatti e i pennuti hanno scelto di portare avanti i propri piani accettando la mutua coesistenza. I gatti hanno quindi moltiplicato le loro segherie e le loro officine, portando quindi l'industrializzazione in buona parte della foresta. Non hanno puntato nè ad un aumento sistematico delle loro forze militari nè all'effettiva ricerca di uno scontro aperto con i volatili, i quali li hanno ricambiati con la stessa moneta. Al contempo, tuttavia, tra le radure più vicine alla base degli aristocratici, hanno cominciato rapidamente a comparire dei nidi.


Questi ultimi erano il risultato del patto con il quale la guida militare degli uccelli aveva aperto i giochi. Il picchio, infatti, aveva chiesto il supporto al popolo delle volpi, promettendo che i loro insediamenti sarebbero stati i primi a venire difesi dall'industrializzazione coatta proposta dalla Marchesa. E così, di turno in turno, gli uccelli si sono prodigati per far valere queste parole. Si è cominciato con una rapida occupazione del centro della foresta, per poi spostarsi verso est, raggiungendo una radura a breve distanza dal castello dei gatti. In tutto ciò non ci sono state che poche scaramucce con questi ultimi: il sabotaggio di un'officina, l'attacco ad un contingente di soldati.


Ad una certa si è verificato un problema: le radure popolate dalle volpi erano quasi tutte state insediate, tranne che una, piuttosto isolata. Il leader militare degli uccelli si è ritrovato nell'impossibilità di rispettare le promesse che aveva fatto al popolo di Root. Immediatamente è scattata una rivolta, ed il picchio è stato rimosso dal suo incarico. Il potere politico delle Dinastie ha subito un duro colpo. A sostituire il picchio è giunto un falco.

Il leader Falco

I nuovi ordini, per gli uccelli fedeli alla corona, erano di concentrarsi sul reclutamento di nuove truppe e sullo scontro diretto con i gatti, i quali nel frattempo avevano nasato che stava cambiando aria e quindi avevano cominciato ad addestrare unità e a portarle verso le radure che erano state occupate dai nidi dei volatili, cominciando un sistematico attacco dei loro contingenti, allo scopo di colpire le loro strutture, che tuttavia si stavano dimostrando ben difese. Un deciso attacco verso una radura centrale, abitata da delle volpi, è stato sventato prima da un'imboscata da parte di queste ultime e poi dallo scontro aperto con le truppe della Nidiata. Nella generale carneficina che ne è seguita, questo nido è stato salvato. Così è andato un po' in tutta la foresta: soltanto uno dei nidi è stato distrutto. Al tempo stesso, tuttavia, le forze dei nobili uccelli sono state rallentate quanto bastava per mettere al sicuro i luoghi di produzione della Marchesa, e per continuare a costruirne di nuovi, fatto che ha continuato a fissare il potere politico dei gatti su questa regione.

Il nuovo leader della nobilità aviaria, tuttavia, si è dimostrato parecchio carismatico. Ha portato avanti una rischiosa strategia improntata sulla coscrizione di un gran numero di abitanti della foresta. Non avrebbe avuto un gran successo se non fosse stato per gli attacchi dei gatti, che hanno versato abbastanza sangue da giustificare questa leva generale. E quindi il fiume, che divide in due Root, si è tinto di sangue, pelo e piume. Le dinastie hanno marciato con decisione verso gli insediamenti dei gatti, attaccandoli e sostituendo metodicamente le loro segherie ed officine con i loro nidi. Ciò è avvenuto in particolare grazie al supporto dei conigli, che hanno aiutato la logistica degli uccelli a patto che questi impegnassero ad estirpare i gatti dalle radure da loro abitate.

Il Monsignor Gufo

La strategia belligerante del leader falco ha fatto sì che la foresta si riempisse di nidi, portando quindi gli uccelli molto vicini alla vittoria. Ad una certa è comunque scattata una seconda ribellione, tuttavia: agli uccelli era stato promesso che sarebbe stato creato un nido al giorno, e ad una certa, nonostante i grandi successi ottenuti in battaglia, non c'erano effettivamente più nidi da costruire. È un vezzo, ma il popolo è così, è permaloso. E allora, sull'onda dell'indignazione, anche questo leader è stato fatto fuori e sostituito da un nuovo pennuto: un gufo, meno carismatico del falco e più improntato all'azione.
I gatti hanno portato avanti una nuova campagna militare, attaccando in forze il nido nella radura delle volpi che sorgeva poco a sud del loro fortino, distruggendolo e sostituendolo con una nuova segheria che ha contribuito a fissare il loro potere nella regione. Questo potere, tuttavia, non è stato sufficiente a legittimare l'autorità felina agli occhi degli abitanti di Root, che hanno assistito ad una nuova, rapida serie di attacchi mirati da parte delle truppe capitanate dal gufo. Ciò, unitamente al fatto che l'amministrazione avesse chiuso un occhio sul fatto che una banda di topi avesse messo in piedi una tratta di contrabbando attraverso i propri villaggi, per sostenersi in questi momenti di crisi e magari anche per racimolare qualcosa, ha fatto sì che le antiche Dinastie della Nidiata tornassero ad apparire, definitivamente, come i legittimi regnanti della foresta.

Le forze della Marchesa, quindi, hanno rimandato i propri progetti d'espansione industriale a tempi migliori, ritirandosi nelle montagne da cui erano provenute, meditando vendetta.

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