The Battles for Ypres. L'assedio di Geluvelt. Parte 1

Imperi Centrali: Alex Isabelle
Triplice Intesa: Laura Zambonini Beltrami

29 ottobre 1914, primo giorno

È notte. La nebbia è così densa che le varie compagnie della 54ª divisione di riserve tedesche a cui è stato assegnato l'ingrato compito di conquistare Geluvelt, piccolo paesino fiammingo distante non molti chilometri dalla città di Ypres, si ritrovano ad avanzare per qualche ora in condizioni di sostanziale cecità. Consapevoli che dritto davanti a loro ci sono poche ma esperte truppe della spedizione britannica - una forza mista, composta da alcune compagnie delle Coldstream Guards, della Black Watch e dei Grenadier Guards - esse avanzano verso Ovest fianco a fianco, seguendo la strada che unisce la città di Menen, già sotto il controllo tedesco, ad Ypres. Geluvelt si trova appunto a metà strada lungo questa via. Il suo castellino troneggia su un incrocio strategicamente utile. Più a sud c'è un villaggio molto più piccolo, Zandvoorde; le direttive prevedono di conquistare anche questo entro tre giorni. Ciò per compensare gli insuccessi ottenuti al sud dall'offensiva tedesca, i quali - accompagnati da simili fallimenti anche da parte degli alleati - hanno innescato un progressivo allargamento del fronte verso nord, il che ci ha portati qui, dalle parti di Ypres.

I due schieramenti si fronteggiano.

Le riserve tedesche, ben ordinate una a fianco all'altra su un'area complessivamente larga un chilometro e mezzo, si avvicinano progressivamente alle linee difensive scavate dagli inglesi, fermandosi a poche centinaia di metri da loro, in attesa dell'ordine di avanzare, che dovrebbe arrivare all'alba. Il fronte è a tutti gli effetti separato in due parti: uno, il più ampio, è posto all'altezza della strada di Menen; l'altro, più a nord, è largo circa la metà del primo e si sviluppa a partire dal torrente Sherriabeek in direzione di Becelaere, un paesino di minor interesse strategico. Due compagnie "jolly" se ne stanno a metà strada da questi due schieramenti principali.

Dal canto loro, gli inglesi non hanno ben chiara la quantità di truppe che stanno per aggredirli: le riserve tedesche li sovrastano numericamente, ma dato che loro non lo sanno molte delle loro forze sono stazionate più a ovest, lontane dal fronte immediato: il primo battaglione del Gloucestershire Regiment, accompagnato da tre batterie di artiglieria divisionale, è accampato a Hooge, a metà strada tra Geluvelt e Ypres, mentre alcuni squadroni di cavalleria sono posizionati ancora più nelle retrovie, a Zillbeke, un paesino alle porte di Ypres, posto nei pressi di un bivio utile per raggiungere rapidamente sia Geluvelt che Zandvoorde.

All'improvviso arriva il segnale che le truppe tedesche stavano attendendo: un bombardamento preliminare che colpisce in maniera generalizzata tutte le strade e i centri abitati a ovest della linea tedesca, fino a Zillbeke. Si tratta di un bombardamento di inizio guerra: siamo ancora nel 1914 e i colpi dell'artiglieria tedesca danneggiano in maniera non molto mirata un'ampia superficie di territorio, peraltro senza causare molti danni alle unità, che vengono comunque catapultate disordinatamente giù dalla branda, col cuore in gola. Zillbeke non sprofonda nel caos totale solo perché gran parte delle truppe sono in verità accampate fuori dalla cittadina, un centinaio di metri più a ovest; ad Hooge invece le unità si disperdono, perché molti uomini lasciano le tende per scappare a gambe levate nei boschi circostanti. Questo non danneggia significativamente le truppe inglesi, ma le disorganizza, bloccando l'arrivo dei rinforzi da Hooge a Geluvelt, evidente obiettivo dell'avanzata tedesca, che a questo punto ha inizio.

Le truppe in stanza a Hooge
disorganizzate in seguito al bombardamento.

Mentre il fronte minore, quello più a nord, rimane fermo in attesa di sviluppi, la principale linea tedesca, a sud, inizia una rapida avanzata verso le posizioni inglesi. La nebbia è talmente densa da offuscare il cielo: nonostante il sole stia sorgendo, le truppe tedesche ancora si ritrovano ad avanzare tentoni nelle tenebre. Questo da un lato offre loro copertura, riducendo significativamente la portata e la precisione dei colpi inglesi, ma al tempo stesso è causa di forti imbarazzi: più di una compagnia tedesca è obbligata a rallentare il passo per recuperare decine di soldati che, perso l'orientamento, finiscono per disperdersi: chi cascando dentro un fosso, chi dentro una siepe, chi caricando nella direzione sbagliata. Incoraggiate dalle pallottole inglesi, che a questo punto iniziano a piovere con decisione, diverse compagnie si precipitano in un boschetto ampio un centinaio di metri quadrati, disperdendosi a propria volta, mentre qualche gruppo di riservisti più abile degli altri riesce a muoversi agilmente sull'estremità sud del fronte, iniziando un veloce accerchiamento delle truppe inglesi, incapaci di arginare la loro veloce avanzata.

Questo primo scontro dura qualche ora. Le unità inglesi vengono progressivamente sopraffatte, a partire da quelle che si trovano accampate lungo la strada per Menen, e terminando con quelle appostate tra le mura di Kruiseke, piccolo centro abitato situato proprio a ridosso della linea inglese. Le unità si dissolvono una dopo l'altra, sotto gli ingaggi ravvicinati delle baionette tedesche: molti vengono catturati o uccisi, mentre una discreta quantità di uomini fugge nella notte in direzione di Geluvelt.

Gli inglesi ottengono il risultato di disperdere, mediante i loro colpi, pressoché tutte le compagnie tedesche, che quindi rallentano il passo e ingaggiano le loro postazioni in maniera disorganizzata, ottenendo comunque ottimi successi, ma più lentamente. Questo rallenta l'arrivo sul campo di battaglia di alcune mitragliatrici tedesche e dà un minimo di tempo alle retrovie inglesi per riorganizzarsi, cosa che comunque non avviene.

Dopo una faticosa riorganizzazione la cavalleria inglese
cavalca verso Hooge, mentre un'artiglieria trainata
da cavalli procede su una strada minore attraverso il bosco.

La cavalleria, come detto, era infatti accampata appena fuori Zillbeke, e la densa nebbia si estende fino a qui. Le condizioni ambientali terribili rendono difficoltoso ai soldati domare le loro bestie imbizzarrite anche solo per quei cento metri che li separano da Zillbeke, dove troveranno una strada vera e propria. Conseguentemente, qualche cavaliere si perde nella notte, alcuni cavalli sfuggono al proprietario e scappano al galoppo nelle tenebre, e qualche ufficiale si becca una zoccolata in testa. La corsa verso Zillebe si traduce in una caotica mischia che rallenta la riorganizzazione delle poche truppe stazionate entro i confini cittadini e impedisce alla cavalleria di raggiungere rapidamente Hooge, dove gli ufficiali del primo battaglione di Gloucestershire ancora cercano di rimettere in riga le proprie truppe e rendere utilizzabili le proprie artiglierie, senza successo alcuno. Ci vorrà un'ora prima che un'unica compagnia di cavalleria arrivi ad Hooge e dia il proprio contributo alla riorganizzazione del reggimento; durante l'ora successiva le unità di cavalleria stesse a Zillbecke vengono riorganizzate e riescono finalmente a lasciare il villaggio.

Ogni singola unità fa la sua parte
nello scontro tra le linee inglesi e tedesche.

Mentre accade tutto ciò, le linee a nord del torrente Sherriabeek rimangono completamente ferme. Sia dal lato tedesco che da quello inglese non vola una mosca; da un lato si attendono ordini di avanzata, dall'altro si attende che gli avversari si facciano vivi. L'attesa termina nel momento in cui una singola compagnia tedesca, una delle poche ancora in formazione, riesce a superare le linee inglesi a sud, percorrendo la strada di Menen fino all'incrocio con la via che unisce Kruiseke e Becelaere, e da lì risalire per mezzo chilometro verso nord, ponendosi alle spalle della linea inglese. Da qui vengono presi appunti riguardo alle postazioni nemiche: una recluta viene rispedita agli accampamenti tedeschi più a est, dove si trovano le batterie di Howitzer. L'ordine di fare fuoco ci metterà non meno di sei ore a farsi strada sul terreno dissestato, oltre le linee nemiche e amiche, oltre i canali e le siepi, fino a raggiungere la persona incaricata di coordinare il puntamento dei cannoni e, da qui, tradursi in un effettivo bombardamento d'artiglieria. La consapevolezza di essere stati accerchiati e di essere potenziale carne da cannone scuote le truppe inglesi, che cominciano un'ordinata ma solerte ritirata verso Geluvelt, forti del fatto che la nebbia si sia finalmente sollevata, lasciando passare la luce e rendendo finalmente possibile orientarsi tra sconosciuti campi e fossi. La compagnia da cui è partito lo spotter, raggiunta ora da altre due compagnie provenienti dal teatro più a sud, si nasconde in una boscaglia antistante Geluvelt, aprendo poi il fuoco sulle truppe inglesi in ritirata, riuscendo a disorganizzarne una e ad eliminarne un'altra. Una delle compagnie in ritirata riuscirà effettivamente a raggiungere Geluvelt, mentre la quarta ed ultima rimarrà bloccata nella sua posizione. Qui sarà alfine raggiunta dai colpi d'artiglieria. Molti soldati moriranno, e l'unità verrà effettivamente distrutta. Ciò aprirà il passaggio alle ancor indenni e ben organizzate truppe tedesche.

Mentre le truppe inglesi vengono soverchiate
un trittico di compagnie si dirige verso nord
e chiama un bombardamento
sulle loro linee.

Nel corso delle ore successive qualche forza di cavalleria inglese, dopo avere contribuito a riorganizzare le truppe ad Hooge, riesce a raggiungere Geluvelt. Mentre ciò accade, cede definitivamente la linea inglese a sud della strada per Menen, che a questo punto viene completamente liberata, permettendo il passaggio delle mitragliatrici tedesche, trainate da muli. Al contempo le riserve tedesche sopravvissute al massacro serrano i ranghi, mentre quelle della linea nord, essendo ancora in formazione e quindi più agili, percorrono rapidamente il sentiero che da Becelaere conduce a Geluvelt, salvo poi tenersi al di fuori della portata della cavalleria inglese, aggirare inaspettatamente la cittadina belga e raggiungere il pezzo di strada che unisce Geluvelt a Hooge, da cui stava arrivando un'artiglieria inglese trainata da cavalli. Quest'ultima viene immediatamente catturata, e i riservisti tedeschi cominciano subito a scavare buche in cui ripararsi, costruendo a tutti gli effetti una linea difensiva che spezza in due la strada, isolando Geluvelt. Al contempo alcune truppe tedesche a sud accelerano il passo, guadando i fossi e i canali che li separano da Zandvoorde.

È stata una lunga giornata di combattimenti, ma non è ancora finita. Al calare delle tenebre, sia i tedeschi che gli inglesi pretendono di continuare la battaglia. In verità, durante queste ore non accade altro che una rinforzo ulteriore degli appostamenti tedeschi tra Geluvelt e Hooge, mentre la cavalleria inglese tenta, con moderatissimi successi, di aggirare quest'ultima, superando i laghetti Dombarton, un piccolo torrente senza nome e accampandosi nella foresta che cresce sul lato discendente della collina che divide Zandvoorde dall'accampamento tedesco sulla strada per Hooge. Nel frattempo, i tedeschi conducono i muli con le mitragliatrici attraverso le tenebre; dopo sei ore di camminata - lenta, disorganizzata, patetica - la cavalleria appostata a Geluvelt riesce persino a fare fuoco su alcuni di questi muli, uccidendoli e rompendo la mitragliatrice che essi portavano con sé. Le altre due mitragliatrici, invece, riescono a raggiungere la strada che va da Geluvelt a Zandvoorde, spezzando quindi anche questa via di rifornimento per i punti strategici della mappa.

Mitragliatrici tedesche a dorso di mulo
aggirano Geluvelt. Più a nord, dal versante
opposto della città, i riservisti tedeschi corrono
per bloccare la via Hooge-Geluvelt.

Finalmente le truppe si accampano. Durante la notte, un'enormità di truppe ferite e spaventate, sopravvissute alla mischia con i tedeschi, riuscirà a raggiungere Geluvelt, dove verranno riorganizzate in nuove compagnie di superstisti. Gli inglesi, facendo lavorare nel silenzio della notte i loro servi coloniali, riusciranno persino a portare a Geluvelt uno dei pezzi di artiglieria divisionale che precedentemente si trovavano a Hooge, passando attraverso le linee tedesche, mentre questi ultimi lavoreranno sodo per spostare a Zandvoorde una delle mitragliatrici arrivate a dorso di mulo.

Geluvelt è circondata, ma ancora ben difesa da un manipolo di forze appostate tra le mura delle città. Inoltre, stanno per giungere i rinforzi: ben ventiquattro compagnie, formate da superstiti della 2ª e 3ª brigata britannica, sono state approntate. Il giorno dopo entreranno in battaglia contro un nemico tedesco ancora più numeroso: da est stanno per giungere centinaia di soldati, più esperti dei riservisti che hanno combattuto questa prima giornata di scontri, afferenti alle 30ª e 39ª divisione tedesca. La battaglia per Geluvelt si trasformerà in un assedio. Il massacro è ancora lontano dalla sua fine.

Continua...

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