The Mission. Dei copti e della loro naturale tendenza verso l'eresia (parte 3 di 6)

Trecento anni sono passati dalla crocifissione del Nazareno. La Missione del cristianesimo se la passa male ma non malissimo, tra papi eteni e pellegrini anatolici che sconvolgono la dottrina del cristianesimo copto, tra vescovi innamorati di donne pagane e grandi teologi che cercano di raddrizzare una tradizione cristiana in cui ognuno sente di poter dire la sua. Ma ora tutto cambia! E tutto andrà a gonfie vele, no? Perchè comincia la...

Terza era. Età di Costantino (301 DC - 450 DC)

Con la venuta del primo Imperatore cristiano sembra che la partita si faccia più semplice. Si tratta di una notizia importantissima: il cristianesimo non è più la religione degli schiavi bensì una dottrina di tendenza, abbracciata dalla più alta carica politica dell'area euroasiatica. Vescovi e arcivescovi si sfregano le mani al pensiero delle grandi cose che si possono fare avendo accesso ai mezzi dell'Impero Romano. Così come l'Impero Partico ha, alla fine, per lo più abbandonato lo zoroastrismo in favore del cristianesimo, presto anche la totalità dei romani potrà dirsi cristiana; si tratta solo di aspettare.

E poi, di colpo, la notizia.

L'Imperatore Costantino è ERETICO.

Consulto la mappa per cercare di comprendere questa assurdità, e il fatto è presto motivato: Roma è ancora dominata dagli ebioniti! Sono loro, con le loro usanze sospese tra le vecchie tradizioni ebraiche e le novità dei riti cristiani, ad aver prodotto il Cesare, non i miei pii vescovi!

Amareggiato osservo il mio mondo cristiano andare in tilt. Il dibattito filosofico sulle assurde teorie propugnate da Flavio Valerio Aurelio Costantino mi toglie di mano il controllo sulle cariche cristiane attualmente attive all'interno dei confini romani. Proprio l'Imperatore convoca una doppietta di concili ecumenici, i primi dai tempi dell'inizi della Missione, il concilio di Arles e poi quello di Nicea, per discutere (e da che pulpito!) delle eresie più in voga al momento e di come trattarle. Che cosa si dicano esattamente non lo so, ma il risultato è che il ramo greco e quello asiatico prendono le distanze da quello romano: quest'ultimo, dominato dall'eresia di Costantino, si concretizza nella Chiesa Cattolica, mentre le altre due, assai critiche della deriva ebionita a cui rischia di andare incontro l'intero ceppo latino, abbracciano idee più ortodosse dando vita, appunto, alla Chiesa Ortodossa. La Chiesa Ortodossa dell'Asia, quella dei persiani, in particolare considera l'eventualità di uno scisma, ma l'atteggiamento più conciliante dei greci li porta fortunatamente a desistere.

La venuta del primo Imperatore eretico, l'anticristo Costantino,
si accompagna alla trascrizione in greco del Nuovo Testamento.

I trent'anni di Constantino insomma sono un confuso battibecco teologico che non porta, in termini geografici, ad altro che a divisioni. Il discorso si fa persino di natura economica: spuntano persone interessate all'acquisto delle reliquie dei santi. La cifra offerta è modesta ma c'è chi ci pensa sul serio a vendere le ossa degli apostoli, nel medio futuro. L'unico dato positivo è che i greci, resisi finalmente conto di quanto la Torah ancora sia in grado di diffondere gli usi giudaici, decidono di fornire un'alternativa a essi, codificando i miti cristiani in un vangelo. Compare finalmente il Nuovo Testamento, dunque, che però a questo punto è scritto unicamente in greco. Toccherà tradurlo, se si vorrà farsene qualcosa nel resto del mondo.

A mettere la parola fine alle crisi religiose è la morte della serpe in seno, Costantino, che peraltro consegna ai posteri un Impero non meno frammentato del mondo cristiano, il che a ben pensarci lo inquadra a tutti gli effetti come un vero e proprio anticristo, che divide dapprima il popolo di Dio e poi pure i regni della terra. Un'immagine assai diversa da quella del Costantino storico... ma comunque: le faccende politiche non sono affar nostro, e anzi il mondo religioso, con la dipartita dell'Imperatore, può finalmente respirare. La totalità delle casse dei fedeli viene quindi investita per un fine nobile: eliminare gli gnostici da Alessandria, sulla cui eresia nessuna delle varie espressioni del cristianesimo post-costantiniano ha da ridire, anche perchè sono quarant'anni che i copti non versano un soldo nella cassa comune e la cosa comincia a essere snervante. Gira che ti rigira l'incontro con il nuovo Papa Copto, Atanasio di Alessandria, riesce a produrre dei frutti. Il comprensivo Atanasio non solo abbandona lo gnosticismo, infatti, ma fa ammenda e si adopera eliminando lui stesso l'intera setta gnostica, una volta per tutte, dalla mappa. Gli dicono che così può bastare, ma lui vuole farsi perdonare, anche perchè va bene che ci si è riappacificati, ma c'è chi, non a torto, accusa lui e i suoi fedeli di avere sifonato tanti di quei soldi che ad investirli bene la Bibbia, a quest'ora, la si sarebbe potuta tradurre persino in sabir. Allora Atanasio parte per un pellegrinaggio: si reca dapprima ad Antiochia, dove incontra gli ebioniti, presenta loro la nuova versione del Testamento, e li disperde. Poi procede verso l'Armenia, dove fa la stessa cosa. Infine si dirige verso la regione del Caucaso, andando incontro a quello che a detta di tutti è un sicuro martirio, prevedendo di incontrare i mitraisti solitari di Alania. E invece dopo qualche anno torna a casa sostenendo di aver portato il lume della ragione anche a quelle genti lontane. Se ne torna ad Alessandria per compiere i suoi doveri papali; alla morte verrà canonizzato e venerato come un santo.

Atanasio non la manda a dire.

L'esempio di Atanasio non passa inosservato agli occhi dell'Imperatore Costanzo II, unico sopravvissuto della strage che nel frattempo è stata la successione costantiniana. Costanzo II finalmente è davvero un Imperatore cristiano: il pessimo esempio del padre Costantino gli comunica che gli eretici sono un problema che più nettamente si risolve e meglio è. Avendo avuta notizia che ci sono ancora due sette eretiche entro i confini dell'Impero Romano, ovvero i marcioniti in Spagna e gli ultimi ebioniti a Roma, egli mobilita le scholae palatinae, ovvero la versione aggiornata della guardia pretoriana, dando loro l'incarico di individuare questi gruppi e neutralizzarli. Cosa che viene fatta nel giro di qualche anno a suon di torture e giustizia sommaria. Questo scempio dei diritti umani sposta di due passi il segnalino dei secoli bui nella direzione delle barbarie. La storia dell'umanità rabbrividisce; quella del cristianesimo invece ringrazia, perchè finalmente dopo trecento anni non ci sono più eretici sulla mappa, e in particolare non c'è più nessuno che sostenga che la Torah è l'unico vero testo canonico. Si decide di brindare. Macchè brindisi, si faccia una festa. Anzi, altro che festa. Se ne discuta in un vero e proprio concilio!

Dalla commedia alla tragedia è un attimo: arriva il Primo Concilio di Costantinopoli.

In quello che, storicamente, fu il secondo dei grandi concili ecumenici dedicati all'eresia ariana nel mondo, qui non si sa bene di che cosa si vada a discutere, dato che gli ariani ancora non si sono fatti vedere e tutte le altre eresie sono state completamente eradicate dall'intero mondo cristiano. Sta di fatto che un modo per litigare si trova sempre: una parola di troppo tira l'altra e all'improvviso ecco che qualcuno solleva la questione dei copti. Copti che, per quanto sulla carta abbiano abbandonato l'eresia, comunque viene fuori che hanno qualche teoria tutta loro a proposito della natura divina di Cristo, sulle quali non transigono. Nello stupore generale i copti annunciano di denominare il loro ramo Chiesa Miafisita Copta, in opposizione a quella Cattolica e a quella Ortodossa. Stupore, insulti, schiaffi. Al termine del concilio i copti usano la parola che nessuno finora aveva avuto il coraggio di pronunciare: "scisma". Se ne tornano a casa sbattendo la porta e specificando che torneranno a non pagare la loro quota associativa a non versare i contributi alla cassa comune. Cattolici e Ortodossi li maledicono, mandando al diavolo le ossa di Atanasio I e vietandone il culto nelle loro terre. Poi chiudono il concilio prima di fare altri danni.

I copti fanno lo scisma, i sabelliani si prendono la Cirenaica.
La zona di Alessandria è una palude
dove i dogmi vanno a morire.

Dato che i copti fanno quel che vogliono anche la sparutissima comunità della vicina regione della Cirenaica sente che i tempi in cui ogni comunità aveva la propria variante del cristianesimo sono tornati. Nasce così l'eresia sabelliana, una contorta e quasi alchemica visione di un Dio che è al tempo stesso, ma in successione temporale, Padre, Figlio e Spirito Santo... il nuovo Imperatore Valentiniano I, primo imperatore dopo la problematica stirpe dell'anticristo Costantino, è un ammiratore del metodo di Costanzo II, e appena sente parlare dei sabelliani manda là l'esercito a eradicare il culto sul nascere. La repressione è così efficace che dei sabelliani non se ne scriverà mai più nulla neanche nei libri universitari. Il contatore dei secoli bui però si sposta di un altro po' verso destra.

Con la conversione della Gallia e del Belgio
l'Europa si va tingendo di una piacevole tinta verde.

I cattolici intanto fanno pace col fatto che coi copti non ci sarà mai modo di trovare la quadra, e si concentrano sul proprio bacino d'influenza, ancora in larghissima parte pagano. Il vescovo della Spagna, una carica che ancora consiste nella cura dei resti mortali dell'Apostolo Pietro, riceve l'ordine di darsi da fare, e allora si sposta in Gallia, ne converte le comunità povere, e poi si sposta in Belgio, dove incontra delle donne, come già accaduto a certi suoi predecessori altrove nel mondo. Egli torna in Gallia per qualche tempo, riuscendo a deprivarsi del desiderio dell'amore carnale, per poi tornare, ora uomo casto, dalle donne del Belgio e convertirle in gran parte al cristianesimo.

I risultati ottenuti sono buoni, il che permette al Grande Teologo di quegli anni, Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli, di trovare il tempo di riprendere l'insegnamento del vecchio Origene di Alessandria: si mette a scrivere un'enormità di omelie, libelli, lettere, con lo scopo di fare ordine nella dottrina cristiana in giro per il mondo. Si concentra in particolare sul diffondere la consapevolezza che la repressione imperiale delle eresie è cosa buona e giusta, e ciò calma gli animi in merito alla repressione metodica operata da Costanzo II e da Valentiniano I. Il suo lavoro abbassa di 1 il contatore dei secoli bui.

La repressione militare delle eresie diventa a questo punto parte della dottrina cristiana. Vent'anni più tardi infatti la situazione si ripropone: nasce un gruppo di eretici manichei ai confini dell'Impero Romano in Africa, nella Mauretania Tingitana. Questi seguaci del falso profeta babilonese Mani, che sostiene di essere l'unico vero discepolo di Cristo, vengono raggiunti dalle scholae palatinae dell'Imperatore Teodosio e sterminati. Agostino d'Ippona, che storicamente venne coinvolto proprio dall'eresia manichea, in questa partita riprende invece il lavoro di Giovanni Crisostomo, proseguendone dopo la morte l'attività di aggiornamento del canone cristiano. L'avvento dei secoli bui rimane quindi sotto controllo. Parte della sua attività consiste peraltro nella traduzione in latino della Bibbia utilizzata dai greci. Molte copie di questa bibbia latina vengono inviate appunto a Roma, raggiungendo le comunità ancora ebraiche da quelle parti. La nuova versione del Testamento viene trovata convincente, e quindi per la seconda volta gli ebrei locali si convertono in massa al cristianesimo.

Il Nord Africa all'indomani della nascita
della Chiesa Miafisita Africana.

Mano a mano che i danni dell'anticristo Costantino vengono superati si va concludendo la terza era della Missione. Per fare il punto sulla situazione viene convocato un concilio per discutere dei progetti per il futuro, il concilio di Efeso. Ordine del giorno: i copti, o miafisiti che dir si voglia. Che farne? Sono eretici o solo stronzi? I rappresentanti del ramo del Nord Africa alzano timidamente la mano, dicendo che tutto sommato ci hanno pensato: questa storia della singola natura di Dio, vale a dire il nocciolo fondativo delle teorie dei miafisiti, alla fine sembra avere senso. Anzi, quella teoria si è diffusa autonomamente ormai in tutto il ramo a partire dalla Cirenaica, vicina alla scismatica Alessandria. Già che le cose si sono sviluppate in questo modo il Patriarca di Cartagine, che definisce sè stesso "Servo in carica", vorrebbe cogliere l'occasione per annunciare la fondazione della Chiesa Miafisita Africana. Stupore, insulti, schiaffi, poi i cartaginesi si spiegano meglio: miafisiti sì, ma scismatici no. Alla notizia che continueranno a versare la loro quota del budget gli animi si calmano di colpo, e anzi, si incrociano le dita che gli africani possano convincere i loro amici copti a rientrare nei ranghi. Per una santa volta il concilio si chiude senza porte sbattute, e dopo qualche stretta di mano ognuno torna a casa con l'animo più leggero.

Il Manicheismo fiorisce lungo le coste del Mar Rosso.

L'unico che ha le idee confuse è proprio l'Imperatore dei romani, Onorio, che viene raggiunto dalle idee manichee, nel frattempo fiorite anche nella regione della Nobadia, lungo le sponde del Mar Rosso, a conferma che da quelle parti le eresie vanno forte. Egli si convince che il cristianesimo reale sia quello, e dà vita, da solo, a un intenso dibattito religioso, del tutto slegato da ciò che si è appena discusso a Efeso. Al loro ritorno nelle rispettive patrie i vari patriarchi si trovano per le mani un mondo cristiano in balia della tempesta. Lo stesso Arcivescovo Copto d'Alessandria, che non aveva partecipato al Concilio per via dello scisma della sua chiesa, viene coinvolto da queste diatribe e non riesce a dirigersi in Nobadia per parlare coi manichei, che in quella regione diventano così influenti da convincere la quasi totalità degli schiavi locali ad abbandonare il cristianesimo copto. Si decide di aspettare che vengano tempi migliori: l'unico che si dà da fare è Leone Magno, alias Papa Leone I, il Papa di Roma, che spende molte energie per incontrare Onorio e cercare di riappacificare gli animi. Onorio muore eretico, ma la disgregazione ulteriore del Regno di Dio viene scongiurata. La storia ringrazia, e il segnalino dei secoli bui si sposta su un rassicurante 1, mentre, sfruttando il tempo morto, la Bibbia viene tradotta anche in Armeno da parte dei fedeli della trascurata Antiochia.

Le bibbie si vanno moltiplicando.

Col passaggio a miglior vita di Onorio la situazione sembra caotica ma governabile. La Bibbia sta cominciando a circolare in un numero ragionevole di copie e di lingue, e la dottrina cristiana è ormai consolidata, al netto di alcune divisioni interne che però si sono tradotte nel solo scisma dei copti.

Sembra che la situazione, per quanto partita col piede sbagliato, si possa evolvere positivamente. Persino lo scisma potrebbe essere ricucito, e si comincia a pensare a come si potrebbe fare. Nessuno si aspetta, tuttavia, il baratro incontro al quale la storia sta procedendo a grandi falcate.

Ci vediamo tra una settimana con la parte 4, in cui Roma... cade!

Vuoi leggere altri racconti? Clicca qui per l'elenco completo.

Tempi bui si vanno profilando all'orizzonte.

Commenti

Post popolari in questo blog

Brotherhood & Unity. La sacca di Sarajevo

The Mission. Dei copti e della loro naturale tendenza verso l'eresia (parte 1 di 6)