The Mission. Dei copti e della loro naturale tendenza verso l'eresia (parte 6 di 6)

L'entrata in gioco dell'Islam, sotto forma di un violento vento del cambiamento che è spirato da medio oriente verso tutti i confini del mondo conosciuto, ha devastato l'Impero Romano, riducendolo a una sparuta colonia nel Peloponneso. Solamente il minuscolo regno di Oddone I d'Aquitania, in seguito annesso dai Sassoni, è riuscito a frenarne l'avanzata a metà Europa, mentre i regni della Nubia sono gli unici che hanno trovato un'accordo diplomatico con gli jihadisti, formalizzando il Baqt, una tratta degli schiavi che ha bloccato il dilagare della rivoluzione lungo quello che per me è il ramo copto del Cristianesimo. Per quanto riguarda i popoli pagani, i Turchi sono retrocessi fino a sparire dalla mappa, mentre i Vandali sono stati sostituiti dai Berberi, a loro volta musulmani.

Butta male, insomma, ma ormai siamo alla fine di un viaggio lungo mille anni. Il cristianesimo finora è sopravvissuto, ma deve ancora aspettare qualche secolo prima della venuta delle crociate, climax finale nel quale verranno tirate le somme dello stato della Missione nel mondo. Affrontiamo, dunque, la...

Sesta era. Alto medioevo (751 DC - 1094 DC)

La Jihad è terminata. Tutti i territori che essa ha interessato vengono assorbiti dalla forza che, al suo interno, si dimostra più potente: il Califfato Abbaside. Stanco di una guerra che si è protratta per oltre centovent'anni, esso non mostra interesse nell'espansione dei propri giganteschi confini, che si estendono dalla Mauretania Tingitana alla Mongolia, passando per la Spagna, la Cilicia e l'ex Impero Partico.

L'ex Impero Partico è in mano agli Abbasidi.
Presto tutte quelle belle comunità cristiane
torneranno a paganizzarsi in massa.

In questo contesto si svolge quello che sarà l'ultimo concilio ecumenico della partita: il Secondo Concilio di Nicea. L'ordine del giorno, anche stavolta, sarebbe semplice: abbiamo riempito l'intera regione copta di melchiti, vogliamo farcene qualcosa? Vogliamo ricucire almeno lo scisma coi miafisiti? Lo stimolante dibattito viene troncato sul nascere ancora una volta dalle medesime circostanze dell'ultima volta: l'Imperatore Romano, Costantino V, manco a dirlo, è eretico. Nomen omen.

Cosa c'entri ciò non mi è dato saperlo con precisione, considerato che quella gallina decapitata dell'Impero Romano del Meridione, sullo scacchiere globale, conta ormai come il due di coppe quando la briscola è spade. La sua capitale, Cartagine, è occupata da decenni dai musulmani, e con il potere degli Abbasidi ora cementificato non c'è verso di riprendersela. Di fatto i romani vivono una vera e propria diaspora: i suoi confini sono pressochè ridotti al solo Peloponneso. Astraendo un po' il discorso ritrovarsi con un imperatore eretico, in questa sede, significa probabilmente avere un erede del titolo di Imperatore dei Romani che vive nell'occupata Cartagine e che è musulmano, e che la consapevolezza che i grandi regnanti della terra stanno abbandonando in massa il cristianesimo per unirsi al credo islamico attanaglia i missionari cristiani, i quali inevitabilmente si fanno i conti in tasca e danno buca al Secondo Concilio di Nicea, il quale dunque salta a tavolino. Angosciato al pensiero di quanti soldi ho investito in quei melchiti, ora destinati alla totale inutilità, mi metto le mani trai capelli e procedo attraverso gli ultimi turni di gioco, tentando di portare quantomeno i remi in barca in vista di un finale che già si prefigura tempestoso.

La Reconquista è fatta!
Preso atto che il Secondo Concilio di Nicea non s'ha da fare il primo fatto storico degno di nota di questa nuova era è la fondazione del Sacro Romano Impero. La costola dei Sassoni cristiani che si erano impossessati della Francia produce infatti un nuovo regnante, Carlo Magno, il quale s'incorona da solo visto che Papa Leone III è sotto sorveglianza costante nella Roma del sultano Hārūn al-Rashīd. I Sassoni a questo punto tornano a essere pagani e attaccano nuovamente la Gallia, cercando di sottrarla al nuovo Imperatore, ma senza successo. Quest'ultimo si rende conto di aver bisogno di spazio vitale e quindi lancia un'offensiva nella direzione opposta, riuscendo da solo, a discapito di ogni previsione, a riconquistare la Spagna dai musulmani. La Reconquista è compiuta. Per quanto questi retrocedano verso l'Italia ciò desta qualche speranza nella nostra penisola occupata: la Bibbia latina raggiunge infatti Milano e si dimostra utile per convertirne la nicchia degli studiosi locali.

La complessità della situazione richiede soluzioni drastiche. Si decide di tentare di convertire i bulgari al cristianesimo ora che c'è il nemico islamico. Per intercedere presso di loro occorrono soldi: vengono dunque svuotate le casse del cristianesimo globale e vengono vendute le ossa dei santi Pietro e Paolo. Ciò non serve a nulla: i bulgari non ne vogliono sapere e fanno ammazzare i predicatori che avevano tentato di intercedere presso i loro leader.

Frattanto, giunti a metà del nono secolo, l'attività contro-missionaria dei musulmani ottiene il suo scopo, e grossomodo la metà dei territori cristiani in giro per la mappa cede all'apostasia, tornando pagana. La disperazione riserva però un po' di spazio alla sorpresa: il ramo copto è quasi tutto, incredibilmente, cristiano: la Nubia si estende su gran parte di quei territori, mentre ad Alessandria il Papa Copto, Giovanni IV, si adopera per tenere viva la comunità cristiana. Solo Tebe torna a essere pagana e, detto fra noi, se a questo punto mi fossi ricordato che piazzandoci la bibbia copta avrei potuto evitarne l'apostasia mi sarei levato tanti problemi di dosso per il resto della partita... ma vabbè, è andata.

Gli sparuti armeni si organizzano
per resistere all'apostasia.
Con successo, devo dire.
In questo periodo, visto l'andazzo, tornano a fioccare le eresie. I primi a saltar fuori sono i monoteleti, che con tutte le buone intenzioni del mondo si rifanno ad alcune "varie ed eventuali" emerse durante i concili dei secoli precedenti: la dottrina cristiana stabilisce che Cristo non ha mai peccato neanche per sbaglio, e questo sembra quindi chiaramente implicare che lui ha esclusivamente natura divina. Se fosse stato anche uomo sarebbe stato quantomeno tentato dal peccato, come gli altri uomini, non trovate? Il pensiero ha senso, e se ne potrebbe discutere appropriatamente in concilio. Il problema è che i monoteleti pensano che ora che ci sono i musulmani loro possono dire quel cazzo che vogliono senza ripercussioni, e quindi fondano il loro culto eretico in Numidia, dove il Califfato Abbaside li inquadra subito per i sobillatori che sono e li fa ammazzare tutti quanti senza pensarci due volte. Sorte simile incontrano i pauliciani, che sostanzialmente sono un collage di tutte le peggio eresie che ho incontrato nel corso del gioco, dal manicheismo allo gnosticismo, passando per il marcionismo e senza negarsi una spruzzata di iconoclastia e di catarismo, che in questa partita non sono ancora venuti fuori e forse non si presenteranno affatto. Essi nascono a Milano, appena convertita al cristianesimo nonostante l'occupazione militare araba. I musulmani, probabilmente occupati a dare la caccia ai cristiani, trovano loro, li scambiano per i cristiani regolari, e li ammazzano tutti. Vedi che, alla fine, avere mezzo mondo sotto controllo abbaside tutto sommato ha i suoi benefici.

Quel che rimane dell'Impero Romano
si barrica in Anatolia.
Nel frattempo i Turchi abbandonano le loro vie pagane e abbracciano l'Islam a loro volta, pur non facendo la pace con gli Abbasidi, con cui si scontrano nuovamente in Mongolia, senza produrre cambiamenti territoriali. Dall'altra parte del mondo i berberi, invece, riescono a scalfire la forza del Califfato, conquistando la Numidia. Ma è dalle parti del Peloponneso e del vicino oriente che si sviluppano, a questo punto, i fatti più eclatanti: i turchi che si erano stabiliti pacificamente nell'odierna Turchia, infatti, fondano il califfato Selgiuchide, più cattivo di quello Abbaside, e si sostituiscono a esso. Ciò avviene mentre i Bulgari tentano di mettere la parola fine, una volta per tutte, all'Impero Romano del Meridione: si avvia una campagna militare massiva che riesce a scacciare l'Impero dalla Grecia. Ora ridotto alla sola Anatolia, esso trova il supporto di una resistenza locale formata proprio dalle popolazioni cristiane, ben propense al martirio. Ma a questo punto la dinastia del Bey Seljuk vuole unirsi ai giochi: i selgiuchidi sconfinano dalla Cilicia e invadono l'Anatolia. E stavolta non c'è martirio che tenga: l'Impero Romano viene definitivamente annientato. Tutto ciò che rimane di esso è la capitale, Cartagine, che però è stabilmente occupata dalle forze abbasidi. Persino i Bulgari sono stupiti e non riescono a frenare in alcun modo la furiosa avanzata dei Selgiuchidi, che a questo punto fanno piazza pulita e li respingono vino alla Valle del Danubio, dove nel frattempo la popolazione femminile, spaventata dalle barbare usanze dei Selgiuchidi, si è in larga parte votata al cristianesimo.

L'esercito romano giace in compagnia
degli ordini militari che hanno ceduto
di fronte alla Jihad.
In pratica nell'intero ramo ortodosso non esiste più una potenza politica che supporti la causa cristiana. A salvare tutte queste genti da un'apostasia di massa interviene però l'opera dei fratelli Cirillo e Metodio, evangelizzatori storicamente responsabili della conversione dei popoli slavi. La loro attività, fortemente sovvenzionata dal denaro proveniente dalle casse cristiane e dal contributo personale del Patriarca di Costantinopoli, Fozio I, riesce a contenere un po' l'attività di riforma religiosa operata dai musulmani in queste regioni.

Si arriva dunque all'ultimo turno di gioco. La paura dell'anno mille non sembra attanagliare più di tanto i popoli della terra, che si godono il loro presente: i Cazari riescono a riprendersi per la seconda volta Sarir: essa, dopo essere stata liberata dall'Innominato, era stata conquistata dal Califfato Abbaside, che a questo punto indietreggia anche sul fronte orientale: i Turchi riescono a discendere attraverso la Mongolia e fino a Khazar. La Nubia viene interessata dai desideri espansionistici del Sultanato Shewa, che si è sostituito ai clan Himyar. Non cambia nulla: i nubiani tengono botta. Continua invece la conquista operata dalla dinastia selgiuchide, che risale attraverso tutta l'Europa nord-orientale cacciando i bulgari fuori dalla mappa e, di fatto, dal gioco. Questa cosa è talmente rapida che prende di sorpresa persino gli eretici adozionisti, ormai divenuti la setta religiosa più potente di quella che ora si fa chiamare Rus di Kiev, nella quale si sono stabiliti fin dai tempi di Costantino. Spazzata via la Rus, di colpo, gli adozionisti si trovano sotto un governo musulmano. Ricevuta la visita del vescovo del cristianesimo armeno essi si lasciano convincere a rivedere alcuni dettagli della loro dottrina così da rientrare nei ranghi del cristianesimo tradizionale, dopo di che collaborano nel convertire al cristianesimo, una volta per tutte, tutta Kiev, in barba ai Selgiuchidi che già stanno affilando i loro strumenti di tortura. Nel frattempo viene convertita anche la Cilicia, e a questo punto sono i vertici ortodossi stessi a incontrare i selgiuchidi, offrendo loro una montagna di denari al fine di comprarsi almeno qualche decennio di libertà religiosa. I selgiuchidi, che a questo punto di soldi hanno parecchio bisogno, acconsentono.

Alme Sol, curru nitido diem qui
promis et
celas aliusque et idem
nasceris, possis nihil urbe Roma
visere maius.

Siamo agli sgoccioli: la chiusura dei giochi spetta al Sacro Romano Impero, ora guidato da Enrico IV, che in questa partita, a differenza del personaggio storico, non fa orge eretiche, non celebra messe nere sul corpo nudo della moglie e non è in lotta con il papa romano. Au contraire egli, dopo aver conquistato il Belgio dai Sassoni, chiude la partita avanzando dalla Spagna oltre le Alpi. Qui si scontra nuovamente con il Califfato Abbaside, che respinge prima a sud della Pianura Padana e poi via dall'Italia, liberando sia Milano che la caduta Roma dalla morsa islamica. Questo dà finalmente respiro al politicamente irrilevante Stato della Chiesa, che ha seguitato a esistere per tutti questi anni come un'entità astratta, del tutto avulsa dai fatti del mondo reale attorno a sè. Ma sopratutto ciò offre al Sacro Romano Impero la possibilità di divenire a tutti gli effetti romano. Enrico IV annuncia infatti che da qui in avanti la capitale dell'Impero Romano non sarà più la caduta Cartagine, che ormai non ha nulla di romano da secoli, bensì Roma, così come l'etimologia vorrebbe.

Un ritorno alle origini puramente simbolico, considerato che adesso la mappa è interamente occupata da forze politiche che a inizio partita non c'erano. Sta di fatto che la consapevolezza che altrove nel mondo ci sono ancora molti popoli che si definiscono cristiani, e che questi, nonostante la continua erosione dell'apostasia seguitano a sopravvivere sotto la minaccia costante della pulizia etnica da parte di forze che li soverchiano, basta a convincere il Sacro Romano Impero e gli altri regni cristiani sulla terra, in primis la potente Nubia, che qualcosa si possa fare per liberare il mondo conosciuto dalla minaccia musulmana.

Epilogo. L'età delle crociate (1095 DC - 1291 DC)

Forza copti!
La partita è terminata. Nel calcolo del punteggio che ne consegue pesa positivamente il fatto che la capitale Romana sia stata ripristinata, oltre che la riconquista della Spagna. Ma sopratutto pesa molto positivamente l'unità dei rami ortodosso e copto, che a dispetto della difficile espansione, nel primo caso, e della facile tendenza all'eresia, nel secondo, si dimostrano essere le espressioni più solide del cristianesimo mondiale, in grado di sopravvivere a secoli di jihad, di occupazione islamica e di felice eresia. Pesa negativamente il fatto che abbia venduto oltre metà delle reliquie dei santi in giro per la mappa, ma ciò viene ampiamente controbilanciato dall'ampia diffusione del Nuovo Testamento, tradotto in tutte le lingue, e dal fatto che non ci siano eresie in giro per la mappa. Clamoroso.

Scopro che, per un pelo, sono arrivato a un finale intermedio, corrispondente all'esito storico. Dopo mille anni di dura lotta per la sopravvivenza si avranno perciò effettivamente delle crociate, che si evolveranno così come storicamente accaduto (o, chissà, magari proprio come emerso dalle mie passate partite a Kingdom of Heaven...). Gli stati crociati nasceranno e moriranno, e le guerre sante saranno un massacro umanamente insensato da qualsiasi punto di vista le si vorrà guardare. Ma il cristianesimo continuerà a esistere, solidificandosi sempre di più fino all'arrivo dell'Impero Ottomano, che sarà l'unica potenza che, in futuro, si dimostrerà capace di metterne a repentaglio l'esistenza.

Quando verrà quel giorno altri missionari prenderanno forse il mio posto. Il mio ruolo come guida del cristianesimo si chiude qui, penso con un certo successo al netto dei colpi di sfiga che mi si sono presentati, a mille anni dalla crocifissione.

Vuoi leggere altri racconti? Clicca qui per l'elenco completo.

Commenti

Post popolari in questo blog

Brotherhood & Unity. La sacca di Sarajevo

The Mission. Dei copti e della loro naturale tendenza verso l'eresia (parte 1 di 6)

The Mission. Dei copti e della loro naturale tendenza verso l'eresia (parte 3 di 6)